venerdì 11 luglio 2014

Frate Indovino in bilico sulla Ragione

L'obiettività è un miraggio per coloro che vogliono descrivere gli eventi politici. La stessa scienza basata su numeri e dati reali si dimostra fallace quando osservatori esterni valutano i risultati di coloro che idearono la ricerca.
Scusatemi se scrivo criticando un articolo comparso sul numero di luglio del mensile di Frate indovino, ma il piacere di una lettura sana, paterna e rilassante si è infranto nella terza pagina.  L'articolo di G.Zois, "la vittoria della ragione" potrebbe essere riscritto all'incontrario e lo stesso argomento potrebbe essere intitolato "la sconfitta della ragione" da chiunque la pensa in modo diverso. Quando si scrive "l'intelligenza profanata" non si pensa di offendere il libero pensiero delle persone che non sono sul carro del vincitore? e chi sono "i cassandristi"? quelli che invocavano la rivoluzione copernicana o manovratori più o meno in incognito o forse semplicemente coloro che vedono e vivono il degrado dell'Italia?
Strano articolo quello di G. Zois che segue l'inaugurazione delle 32 pagine di Frate Indovino l'indomani della vittoria elettorale di Renzi e il flop di Grillo.
Come si fa ad affermare che "la ragione ha avuto il sopravvento", quando solo il 57% degli italiani è andata a votare? Gli assenteisti da che parte stanno? sono quelli che hanno la ragione o i seguaci dell'oscuro Guru pieni di disperazione, angoscia e urli? Se nell'articolo la obiettività non è stata rispettata non importa,  ma invocare la ragione, cioè la intelligenza sulla deficienza, è un segno di arroganza, superiorità, superbia e alterigia che nulla si concilia con l'insegnamento di Cristo e di san Francesco. La ragione ha insito il concetto della saggezza e nell'articolo non c'è traccia.
Il dialogo e l'amore tra le persone non si alimentano con l'ostentazione dei vizi capitali di cui è impregnato l'articolo. Insomma, illudersi che la massa dei ladri e delinquenti che ha invaso a macchia d'olio l'apparato governativo possa fare un passo indietro con la vittoria della ragione, mi sembra voler affidare il nostro futuro a sogni e speranze illusorie. 
Frastornato da questo esordio di Padre Mario, mi faccio l'augurio di non leggere nei prossimi numeri di Frate indovino l'indottrinamento del popolo mediante la manipolazione mentale. Sarebbe antipatico se lo slogan di Orwell in 1984, 
"la guerra è pace
la libertà è schiavitù
l'ignoranza è la forza",
si insinuasse anche tra le righe dei Frati minori Cappuccini.