
L'invidia è un peccato mortale; è tra i comportamenti che maggiormente determinano danni sociali oltre che individuali. Fin dai primordi dell'umanità Caino, prima di essere assassino, fu invidioso; ma se Papa Gregorio Magno nel 500 d.C. la pose al 2° posto dopo la superbia, successivamente l'invidia perse valore e solo con il Concilio di Trento (1563 d.C.) fu nuovamente riabilitata come sentimento contrario alla comunità solidale. Questo intervallo di oltre 1000 anni la dice lunga sulla forza dell'invidia e sul suo potere. L'invidia è sempre esistita e sempre esisterà. Nei momenti di disgregazione sociale L'invidia assume il carattere di una malattia contagiosa con alto livello di virulenza.
L'Italia è sotto assedio dall'invidia. La crisi economica dilagante diffonde la sofferenza in grandi strati della popolazione e l'accentuarsi delle disparità costituisce il brodo ottimale per la crescita di questo sentimento mortale. L'invidioso è individuabile se si presta attenzione al suo comportamento: si riconosce l'ipocrisia e la meschinità; nel momento in cui vi è un attacco ipocrita la pelle assume il colore livido; il rancore e la rabbia trasudano nelle parole; l'astio si manifesta con l'occhio bieco.
Negli anni '80 nei Cessi del Rettorato a Siena si leggeva " importante non è fare, importante è che l'altro non faccia". Dopo 30 anni il governatore della Toscana ha voluto pulirsi la coscienza con una legge sul Nepotismo. Iniziativa inutile quando la carriera è assicurata solo agli amici degli amici.
Negli anni '80 nei Cessi del Rettorato a Siena si leggeva " importante non è fare, importante è che l'altro non faccia". Dopo 30 anni il governatore della Toscana ha voluto pulirsi la coscienza con una legge sul Nepotismo. Iniziativa inutile quando la carriera è assicurata solo agli amici degli amici.
Zuleika Dobson afferma che l'unica consolazione che la "vittima " ha nei confronti dell'invidioso è di sperare che faccia una brutta fine. Secondo C.M.Cipolla l'invidioso rientra tra i delinquenti: il frutto delle sue azioni comporta un danno alle persone ed un vantaggio a se stessi.
La guerra all'invidia e all'invidioso dovrebbe essere un dovere civile perché infrange le regole del vivere civile. L'invidia enfatizza la falsità, l'ipocrisia e la sofferenza individuale. Chi può, evade da questo circolo vizioso!! La fuga dei cervelli è la prova del malcostume e ormai non è un mistero che l'Australia e l'Inghilterra sono il luogo di fuga per molti giovani italiani.
Proverbio antico: quando la casa brucia i vicini si scaldano le mani.