giovedì 28 aprile 2016

Russia: Latte vaccino e derivati dichiarati nocivi

Ormai i dati scientifici sono di dominio pubblico. L'industria produce cibi che avvelenano l'uomo. Il latte vaccino è responsabile di milioni di morti premature.
Dall'ictus, all'infarto, al cancro fino alla sclerosi multipla e all'Alzheimer trovano la loro causa primaria nel cibo raffinato e gustoso delle Holding americane che hanno contagiato tutto il mondo. Il video russo (2013) mostra un atto di coraggio nel momento in cui l'America in Europa (Ttip) e nel Sud-est asiatico è impegnata in accordi commerciali per esportare il loro cibo velenoso.
Che la Russia divenga il paladino della salute? Il mondo cambia e tutto è possibile.

sabato 6 febbraio 2016

Carta Igienica a Natale

Quando il rotolo di carta igienica finisce. il tubetto di cartone finisce tra i rifiuti. Troppo duro per continuare la sua funzione di addetto alla pulizia del buco. Quanti rotoli di carta dopo aver passato la vita a servire i bisognosi sono stati maltrattati e distrutti ignominiosamente?
Per fortuna c'è il Natale e l'animo sensibile ed innocente dei bambini trova la soluzione a questo sterminio di massa dimenticato dai grandi. La bimba felice di una mia amica con estro ha costruito un alberello di Natale sotto cui mettere i doni. Amorevolmente ha raccolto i cartoni finiti nel cestino e ha dato forma a un simbolo di pace, amore e speranza. contenta la mamma lo ha diffuso su Facebook e tutti, compreso me, hanno detto mi piace.
Guardando la bella composizione è emersa la tristezza dei rotoli che, finite la festa, sarebbero finiti nei rifiuti. Effimero momento di pace come  il canto del cigno. Quanto sarebbe bello se non si tagliassero gli alberi per fare la carta igienica! Apriti cieli. insorgono tutti gli igienisti del culo. "Sudicio! lasceresti il culo sporco di cacca? Quali sono le alternative?". Sgomento di fronte a tanta imbecillità dilagante che ha dimenticato la naturalezza della vita, rispondo: Acqua e Sapone!

venerdì 6 novembre 2015

Carnivori contro Vegani


L'alimentazione sta coinvolgendo non solo gli esperti del mestiere, ma anche mass media, internet e attività commerciali. In ogni supermercato c'è uno spazio maggiore per la frutta e la verdura e le botteghe BIO si stanno diffondendo. Quello che fino a poco tempo fa era chiamato il "deserto alimentare" dei vegetariani ora vede nel suo interno oasi di cibi vegetali. I dibattiti però sono accesi. La carne fa bene, la carne fa male. Il latte fa crescere, il latte è dannoso. Io mangio quello che voglio, tu mangi quello che voglio io.
Come in America in Italia si è accesa una battaglia tra carnivori e vegani. Quando non hanno niente da fare ecco che si arrabbiamo in TV e si accusano a vicenda sul Web. Assassino, grida il Vegano, Ciarlatano grida il Carnivoro. Come sempre la verità è di ambo le parti, si potrebbe dire nel mezzo. Cosa importa se personalmente mangio quello che mi pare. Quello che importa è che non mi sia imposto uno stile di alimentazione che non condivido o che giudico inappropriato per la mia salute. Sotto questo aspetto il dibattito acceso, a volte offensivo, è utile. Chi offende, da una parte e dall'altra, perde immediatamente di credibilità, ma nella sua vemenza fornisce spesso informazioni utili all'avversario. In uno stato di diritto la diversità di idee è basilare: l'alimentazione è un campo così privato che esclude lo scontro. Vi immaginate se al tavolo di un ristorante scoppiasse una rissa perchè io ho ordinato il riso con i funghi e il mio commensale avesse ordinato i pici al ragù di cinghiale? Una dialettica simpatica trasformata in una rissa, inconcludente, deleterea, confusionaria e regressiva.
Nel mio libro sono di parte. Ho sposato la tesi vegetale ed integrale. Espongo le mie idee dopo aver letto il China Study. Ho trovate le sue tesi convincenti. Questo non sarebbe successo se alla fine della mia carriera il cancro fosse stato debellato. Queste erano le apettative negli anni '70 e '80. Oggi la causa del cancro non è , come dovrebbe essere, l'argomento principale nelle assise mediche. Anche la prevenzione ondeggia nell'incertezza. Anzi viene spacciata per prevenzione la diagnosi precoce. Questo non è corretto, ma non importa, importante è che sia fatto in buona fede.
Sono ormai Vegano e mangio cibi integrali dal 2014. Il mio colesterolo, dopo anni di inutili diete, statine, integratori e tante altri espedienti consigliati dai miei Colleghi, è passato dai valori inamovibili sopra 250 a 140. Sono quasi vicino al valore medio dei contadini cinesi menzionati nel China Study. Tra prendere una statina condita al ragù di carne e un frullato di frutta e verdura, perdonatemi ma io ho fatto la scelta. Ho perso il gusto dei cibi saporiti, ma spero di aver spianato la strada della mia vecchiaia.
La mia testimonianza e le mie ricerche sono raccontate nel libro. Sono contento se qualcuno lo legge, e non mi importa se sarà etichettato come una "Bufala", almeno fino a quando non sarà imposto per legge il salcicciotto arrosto quotidiano.

mercoledì 28 ottobre 2015

L'alimentazione nella prevenzione del cancro

Nel 2011 in Italia è stata pubblicata la teoria rivoluzionaria “THE CHINA STUDY”. Secondo lo scienziato americano Colin Campbell la causa primaria sta nella alimentazione sbilanciata tra le proteine animali e quelle vegetali.
Il progresso scientifico negli ultimi 200 anni ha fatto un salto da gigante, ma nonostante il massiccio impegno economico le malattie aumentano e muoiono persone sempre più giovani. Nemmeno l’inquinamento ambientale dilagante spiega l'impennata delle malattie del Benessere. Non conoscendo la causa, la medicina spesso brancola nel buio.
Ho dedicato 40 anni ai malati oncologici con malattia avanzata nel Policlinico di Siena, curandoli con radioterapia, chemioterapia, morfina in ospedale e a casa. Sono tutti morti nonostante si attuassero le cure più moderne e sofisticate. Ci sono dei casi "miracolati", ma si contano sulle dita delle mani. 
Ora Nicla Signorelli ha creato il movimento Be4Eat per diffondere in Italia le teorie del "China Study". Il suo pregio è quello di far emergere i casi "miracolati" che a spasso per l'Italia hanno tutti in comune la "guarigione" dopo aver iniziato la dieta vegetale ed integrale.
Questa teoria è nuova, a qualcuno può sembrare eretica, ma le testimonianze di persone che hanno riacquistato la salute sono troppo numerose per non essere prese in attenta considerazione. La speranza viene dal cibo vegetale ed integrale, il sacrificio è minimo in confronto ai vantaggi.
Be4Eat ha creato una rete nazionale di esperti che uniscono le loro esperienze al fine di verificare e applicare la teoria del China study. Sul web esiste una miriade di indicazioni nutrizionali che disorientano e confondono non solo la gente ma anche i professionisti che conoscono la triste realtà del cancro.
Da oncologo abituato alla ricerca è mia intenzione contribuire ad un sistema di raccolta dati che documenti il miglioramento della qualità della vita nei malati considerati spacciati dalla medicina tradizionale.
Nel mio libro "L'alimentazione nella prevenzione del cancro" racconto cosa è il cancro e l'impatto che la teoria del China Study può avere sulle persone. La teoria è semplice, tutti la capiscono e possono sperimentare su se stessi i benefici. Mangiare cibi vegetali e integrali non era una schifezza ai tempi di mio nonno ed ora che l'OMS classifica le carni come cancerogeni è giusto che la gente sappia quello che mangia. 
Il mio libro è eretico, ma so che non finirò come il Savonarola a Firenze perché non sono solo ma con il team di Be4Eat.
Grazie per la Vostra attenzione

venerdì 22 maggio 2015

ribellione psichedelica

A Silvia Luisa, Special Olympics: no al tempo vuoto

Ti ho trovato per caso in tutt'altre ricerche affaccendato. La tua gentilezza nello scrivere mi ha colpito, Ti conosco solo per i primi tuoi post che ho letto e penso che tu sia una persona superiore alla media. Sono contento di questo attimo fuggevole ma pieno di empatia. Ciao Mirco Bindi

mercoledì 14 gennaio 2015

Il cancro vince.


Godel Kurt, matematico austriaco, pubblicò nel 1931 la sua idea in cui lo studio del particolare può dare un risultato sbagliato per la valutazione complessiva. Il suo teorema ipotizzava che un sistema complesso non può essere conosciuto nella sua completezza tanto meno se viene scomposto in parti.

L'oncologia e' la dimostrazione della ignoranza del teorema di Godel. Come ben sanno i malati oncologici è il singolo organo che viene curato con la chemioterapia o la radioterapia. Se quest'ultima insieme alla chirurgia e' un trattamento localizzato, ciò non può dirsi della terapia antiblastica che per sua definizione e' sistemica. 
Se un organo e' delimitato all'interno del corpo , e' vero che esso comunica con gli altro organi con gli ormoni, le reti neurologiche e vascolari, nonché con altri modi ancora.
La mentalità con cui sono curati i pazienti e' riduzionista, cioè il bersaglio delle cure e' il tumore. Fino agli anni 1990 la psico oncologia era una branca sconosciuta. Alcuni oncologi si accorsero che i loro pazienti soffrivano psicologicamente in modo maggiore dei sintomi del tumore. Da quelle ricerche venne fuori che il tumore, sebbene localizzato in un organo, era una malattia che intesessava tutta la persona corpo e mente e che la sofferenza della persona superava quella del singolo organo. Inoltre anche la famiglia e il lavoro ne risentivano configurando il cancro una malattia sociale. Perché allora i malati sono classificati per la sede del tumore e trattati con protocolli settoriali? Forse perché la causa del tumore e' sconosciuta e allora servono tenute cure diverse quanti sono i cancerogeni? Le malattie cardiache, che uccidono più persone del cancro, non determinano l'effetto pauroso sulla popolazione ma anch'esse sono curate in mille modi a seconda dei singoli sintomi.
Se la causa del cancro fosse una e non molteplice? Se le nuove teorie sulla alimentazione carnea fossero vere, i tumori potrebbero essere debellati
Dopo oltre 150 anni dal teorema di Godel l'approccio degli oncologi e delle strutture sanitarie e' organizzato in modo settoriale. Il riduzionismo e' la regola nell'oncologia. Così succede che si opera un malato e lo si dimette 3 giorni dopo per liberare il letto. Si somministra una chemioterapia e poi si fa la lista della spesa in farmacia per tamponare gli effetti collaterali. Si fa un trattamento radiante ad un malato debilitato dal dolore e lo facciamo viaggiare in ambulanza un mese di seguito per effettuare terapie ambulatoriali. Strano modo di prendersi cura di una persona nel momento in cui ha più necessità. Finché stava bene e lavorava era osannato e le sue energie erano spremute come una oliva. Da malato, la sopravvivenza diviene una Via Crucis con tanto di ossequi da parte del XX% dei medici e del 99% del sistema sanitario.
Il particolare o il settore possono essere utili e migliorativi solo all'interno di un quadro di riferimento globale- olistico. Altrimenti il sistema fa acqua e tradisce i suoi scopi.
Amen

mercoledì 31 dicembre 2014

E se Colin Campbell avesse ragione?

Nel 2011 anni fa è uscito il libro China Study. Parlando con un amico non medico e mi fece leggere una critica su internet in cui le tesi di Campbell erano smontate una ad una. Fu il motivo per cui comprai il libro e da un anno sono vegetariano. Nel 1980 curavo i malati oncologici nei cameroni da 20 posti letto nell'ospedale Santa Maria della Scala a Siena. Avevo fatto la tesi sugli effetti cancerogeni delle radiazioni sulle popolazioni di Hiroshima e Nagasaki e la patologia generale e la cancerogenesi erano sempre state una passione, ma al paziente o al familiare che mi chiedeva per quale motivo aveva un tumore, dovevo rispondere con statistiche per coprire la mia ignoranza. Ora Campbell illustra la sua teoria e chissà se non sia come ai tempi di Darwin in cui le sue idee vennero osteggiate e derise soltanto perché andavano contro corrente. Campbell ipotizza che la maggior parte delle malattie degenerative, dal cancro all'Alzheimer, derivi dalla alimentazione proteica animale. L'alimentazione occidentale è basata su un uso cospicuo di carni animali e latticini ed è la abbondanza di proteine animali introdotte con la dieta che sarebbe responsabile della degenerazione cellulare. 
I suoi studi partirono nel 1960 da una ricerca indiana (1) in cui i topi sottoposti alla aflatossina sviluppavano cancro al fegato solo quando l'apporto di proteine era il 20%. Una dieta del 5% non faceva sviluppare il cancro, anzi lo faceva regredire quando dal 20% si passava al 5%. La proteina della dieta dei topi era la caseina. Successivamente nelle Filippine studiando l'effetto della aflatossina nei tumori infantili riscontrò che i bambini affetti da cancro al fegato appartenevano quasi esclusivamente alle classi benestanti. I bambini delle classi povere, nonostante assumessero una maggiore quantità di aflatossina, presentavano una incidenza di cancro inferiore. Negli studi epidemiologici del China Study (tab) il confronto tra la dieta della popolazione americana e quella delle aree rurali cinesi, indicava che il basso consumo di proteine animali corrispondeva ad una bassa incidenza non solo del cancro ma anche delle patologie degenerative. Nel Nurse’s Health Study iniziato nel 1976 sono state studiate 120.00 infermiere e Campbell evidenzia che la dieta a base di proteine animali “nel suo insieme” è responsabile della mortalità e che i singoli componenti della dieta, per esempio i grassi animali, giocano lo stesso ruolo sia che siano assunti in dosi minime o in dosi elevate. Le infermiere, persone più attente alla salute della popolazione generale, seguivano diete povere di grassi, ma soffrivano delle stesse patologie degenerative della popolazione e a volte anche in quantità maggiore. Questo dato indicava che non era la singola sostanza, esempio il colesterolo e i grassi saturi della dieta, a determinare l'insorgenza della malattia ma la dieta proteica nel suo insieme (2,3).
Culturalmente oggi lo standard di una buona e sana alimentazione è rappresentato da un massiccio apporto di proteine animali e latticini. Le raccomandazioni standard (RDA: dosi giornaliere consigliate) prevedono un apporto proteico animale dal 10 al 35% con una precauzione nella limitazione di alcuni tipi di grasso. Di contro la salute negli USA (leggi Occidente) è afflitta dalle moderne patologie degenerative.
La ricerca mondiale è focalizzata sulla individuazione dei cancerogeni, dal giallo burro al DDT, banditi negli anni 1970, agli innumerevoli coloranti e conservanti fino alle recenti ammine aromatiche (fritture e grigliate >200°). Inoltre ciclicamente sono esaltati integratori alimentari in grado di antagonizzare specifiche malattie. Il quadro è estremamente confuso, sembra un gioco in cui una giacca è tirata da tutte le parti ma è sempre sgualcita. Campbell ha il pregio di aver avanzato una ipotesi innovativa e, come per Darwin, saranno necessarie prove e controprove per la verifica e per entrare nei particolari più approfonditi: ad esempio il latte vaccino ha lo stesso effetto del latte di capra? Il latte di palma è salubre come il latte di soia? Gli interrogativi sono tanti e non possono essere cancellati soltanto perché l'alimentazione carnea è lo standard nutrizionale. Dobbiamo ricordare che questo tipo di dieta nacque nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale ed è diventato uno status symbol delle popolazioni ricche. D’altra parte ci sono discussioni su Gesù Cristo per sapere se era vegetariano e se l'agnello disegnato nell'ultima cena era solo sacrificale o veniva anche mangiato.

Comunque rimane il dubbio della risposta al paziente che domanda perché si è ammalato. Recentemente Il programma delle Iene ha illustrato "il tumore di Antonio" che a due anni dall'ultima cura ufficiale, ha riacquistato una qualità della vita impeccabile per il semplice fatto di aver iniziato una dieta vegetariana. Da oncologo, non avendo risposte certe, oggi non mi assumerei la responsabilità di negare a un malato oncologico la prescrizione di questa dieta. Tre mesi di frullati di verdura, seguiti da pasti vegani, integrati con alcalinizzazione alimentare sono una indicazioni fino a poco tempo fa non avrei mai immaginato. Oggi Campbell suggerisce una ipotesi in cui “i carcinogeni chimici in genere non provocano il cancro a meno che non ci siano le giuste condizioni nutritive”. Se tale teoria fosse vera servono buoni medici dietologi e studi epidemiologici di conferma, ma nel frattempo conoscendo certe schifezze della produzione industriale dei cibi carnei consiglio, a chi me lo chiede, la loro drastica riduzione. Ogni individuo è libero di fare la sua scelta ed ognuno può scegliere di bere latte di mucca o latte di soia.