mercoledì 31 dicembre 2014

E se Colin Campbell avesse ragione?

Nel 2011 anni fa è uscito il libro China Study. Parlando con un amico non medico e mi fece leggere una critica su internet in cui le tesi di Campbell erano smontate una ad una. Fu il motivo per cui comprai il libro e da un anno sono vegetariano. Nel 1980 curavo i malati oncologici nei cameroni da 20 posti letto nell'ospedale Santa Maria della Scala a Siena. Avevo fatto la tesi sugli effetti cancerogeni delle radiazioni sulle popolazioni di Hiroshima e Nagasaki e la patologia generale e la cancerogenesi erano sempre state una passione, ma al paziente o al familiare che mi chiedeva per quale motivo aveva un tumore, dovevo rispondere con statistiche per coprire la mia ignoranza. Ora Campbell illustra la sua teoria e chissà se non sia come ai tempi di Darwin in cui le sue idee vennero osteggiate e derise soltanto perché andavano contro corrente. Campbell ipotizza che la maggior parte delle malattie degenerative, dal cancro all'Alzheimer, derivi dalla alimentazione proteica animale. L'alimentazione occidentale è basata su un uso cospicuo di carni animali e latticini ed è la abbondanza di proteine animali introdotte con la dieta che sarebbe responsabile della degenerazione cellulare. 
I suoi studi partirono nel 1960 da una ricerca indiana (1) in cui i topi sottoposti alla aflatossina sviluppavano cancro al fegato solo quando l'apporto di proteine era il 20%. Una dieta del 5% non faceva sviluppare il cancro, anzi lo faceva regredire quando dal 20% si passava al 5%. La proteina della dieta dei topi era la caseina. Successivamente nelle Filippine studiando l'effetto della aflatossina nei tumori infantili riscontrò che i bambini affetti da cancro al fegato appartenevano quasi esclusivamente alle classi benestanti. I bambini delle classi povere, nonostante assumessero una maggiore quantità di aflatossina, presentavano una incidenza di cancro inferiore. Negli studi epidemiologici del China Study (tab) il confronto tra la dieta della popolazione americana e quella delle aree rurali cinesi, indicava che il basso consumo di proteine animali corrispondeva ad una bassa incidenza non solo del cancro ma anche delle patologie degenerative. Nel Nurse’s Health Study iniziato nel 1976 sono state studiate 120.00 infermiere e Campbell evidenzia che la dieta a base di proteine animali “nel suo insieme” è responsabile della mortalità e che i singoli componenti della dieta, per esempio i grassi animali, giocano lo stesso ruolo sia che siano assunti in dosi minime o in dosi elevate. Le infermiere, persone più attente alla salute della popolazione generale, seguivano diete povere di grassi, ma soffrivano delle stesse patologie degenerative della popolazione e a volte anche in quantità maggiore. Questo dato indicava che non era la singola sostanza, esempio il colesterolo e i grassi saturi della dieta, a determinare l'insorgenza della malattia ma la dieta proteica nel suo insieme (2,3).
Culturalmente oggi lo standard di una buona e sana alimentazione è rappresentato da un massiccio apporto di proteine animali e latticini. Le raccomandazioni standard (RDA: dosi giornaliere consigliate) prevedono un apporto proteico animale dal 10 al 35% con una precauzione nella limitazione di alcuni tipi di grasso. Di contro la salute negli USA (leggi Occidente) è afflitta dalle moderne patologie degenerative.
La ricerca mondiale è focalizzata sulla individuazione dei cancerogeni, dal giallo burro al DDT, banditi negli anni 1970, agli innumerevoli coloranti e conservanti fino alle recenti ammine aromatiche (fritture e grigliate >200°). Inoltre ciclicamente sono esaltati integratori alimentari in grado di antagonizzare specifiche malattie. Il quadro è estremamente confuso, sembra un gioco in cui una giacca è tirata da tutte le parti ma è sempre sgualcita. Campbell ha il pregio di aver avanzato una ipotesi innovativa e, come per Darwin, saranno necessarie prove e controprove per la verifica e per entrare nei particolari più approfonditi: ad esempio il latte vaccino ha lo stesso effetto del latte di capra? Il latte di palma è salubre come il latte di soia? Gli interrogativi sono tanti e non possono essere cancellati soltanto perché l'alimentazione carnea è lo standard nutrizionale. Dobbiamo ricordare che questo tipo di dieta nacque nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale ed è diventato uno status symbol delle popolazioni ricche. D’altra parte ci sono discussioni su Gesù Cristo per sapere se era vegetariano e se l'agnello disegnato nell'ultima cena era solo sacrificale o veniva anche mangiato.

Comunque rimane il dubbio della risposta al paziente che domanda perché si è ammalato. Recentemente Il programma delle Iene ha illustrato "il tumore di Antonio" che a due anni dall'ultima cura ufficiale, ha riacquistato una qualità della vita impeccabile per il semplice fatto di aver iniziato una dieta vegetariana. Da oncologo, non avendo risposte certe, oggi non mi assumerei la responsabilità di negare a un malato oncologico la prescrizione di questa dieta. Tre mesi di frullati di verdura, seguiti da pasti vegani, integrati con alcalinizzazione alimentare sono una indicazioni fino a poco tempo fa non avrei mai immaginato. Oggi Campbell suggerisce una ipotesi in cui “i carcinogeni chimici in genere non provocano il cancro a meno che non ci siano le giuste condizioni nutritive”. Se tale teoria fosse vera servono buoni medici dietologi e studi epidemiologici di conferma, ma nel frattempo conoscendo certe schifezze della produzione industriale dei cibi carnei consiglio, a chi me lo chiede, la loro drastica riduzione. Ogni individuo è libero di fare la sua scelta ed ognuno può scegliere di bere latte di mucca o latte di soia.

sabato 16 agosto 2014

L'invidia e la fuga dei cervelli

L'invidia è un sentimento che genera dolore a chi la percepisce. La persona invidiosa subisce una trasformazione caratteriale che genera un sentimento ostile contro un nemico-antagonista. Nell'invidioso albergano due entità: la personalità normale, verso la maggior parte degli individui e la personalità invidiosa nei confronti di uno o pochi altri individui. Lo stato di normalità si altera tutte le volte che la persona incontra o pensa al soggetto ostile. La vita dell'invidioso si trasforma in una instabilità continua che nasce dal profondo della psiche. La causa dell'insorgenza usualmente è insignificante ed è collegato al desiderio di possedere quello che appartiene ad un altro. Mentre è facile procedere ad un furto in quanto al desiderio si combina una azione, per l'invidia al desiderio non corrisponde una azione diretta, ma una serie di fantascherie mentali che portano la persona a effettuare comportamenti falsi. L'invidioso, per conseguire il suo desiderio, genera azioni finalizzate a danneggiare la sua "vittima"; costui spesso è ignaro di quanto sta accadendo e non si accorge della doppia personalità dell'invidioso per la capacità, che ha l'invidioso, di falsificare la verità.
L'invidia è un peccato mortale; è tra i comportamenti  che maggiormente determinano danni sociali oltre che individuali. Fin dai primordi dell'umanità Caino, prima di essere assassino, fu invidioso; ma se Papa Gregorio Magno nel 500 d.C. la pose al 2° posto dopo la superbia, successivamente l'invidia perse valore e solo con il Concilio di Trento (1563 d.C.) fu nuovamente riabilitata come sentimento contrario alla comunità solidale. Questo intervallo di oltre 1000 anni la dice lunga sulla forza dell'invidia e sul suo potere. L'invidia è sempre esistita e sempre esisterà. Nei momenti di disgregazione sociale L'invidia assume il carattere di una malattia contagiosa con alto livello di virulenza.
L'Italia è sotto assedio dall'invidia. La crisi economica dilagante diffonde la sofferenza in grandi strati della popolazione e l'accentuarsi delle disparità costituisce il brodo ottimale per la crescita di questo sentimento mortale. L'invidioso è individuabile se si presta attenzione al suo comportamento: si riconosce l'ipocrisia e la meschinità; nel momento in cui vi è un attacco ipocrita la pelle assume il colore livido; il rancore e la rabbia trasudano nelle parole; l'astio si manifesta con l'occhio bieco.
Negli anni '80 nei Cessi del Rettorato a Siena si leggeva " importante non è fare, importante è che l'altro non faccia". Dopo 30 anni il governatore della Toscana ha voluto pulirsi la coscienza con una legge sul Nepotismo. Iniziativa inutile quando la carriera è assicurata solo agli amici degli amici.
Zuleika Dobson afferma che l'unica consolazione che la "vittima " ha nei confronti dell'invidioso è di sperare che faccia una brutta fine. Secondo C.M.Cipolla l'invidioso rientra tra i delinquenti: il frutto delle sue azioni comporta un danno alle persone ed un vantaggio a se stessi.
La guerra all'invidia e all'invidioso dovrebbe essere un dovere civile perché infrange le regole del vivere civile. L'invidia enfatizza la falsità, l'ipocrisia e la sofferenza individuale. Chi può, evade da questo circolo vizioso!! La fuga dei cervelli è la prova del malcostume e ormai non è un mistero che  l'Australia e l'Inghilterra sono il luogo di fuga per molti giovani italiani.
Proverbio antico: quando la casa brucia i vicini si scaldano le mani.

Il Bandera Spot TV

Il Bandera è fuori norma e la ASL non se n'è accorta.
Come un ritornello puntualmente il Bandera arriva nelle nostre case e con un simpatico sorriso sgranocchia il biscottino appena sfornato nel vecchio mulino. La pubblicità è falsa perché il culino in cui lavora il vecchio fornaio non ha le pareti imbiancate, il piatto della cucina non è inox e le luci sono a candela e non al neon. Orrore!! la farina è impastata con le mani tra la polvere e i calcinacci. Falsa pubblicità in un falso luogo inesistente e nemmeno simile ai tempi passati. Forse sì forse no: tanta simpatia e tanta luce del Bandera  sono anche nella genuinità del prodotto? Chi lo sa? Il Bandera, così simpatico nel fare la pubblicità in TV al nuovo merdino appena sfornato, è ammaliante. Un mondo irreale passato è sepolto sotto la sporcizia del nuovo sistema industriale. Il povero beone corre nel supermercato a comprare il nuovo Culino Bianco.
C'è solo da sperare in Dio che il merdino sia meno nocivo e tossico di tutto l'altro ciarpame dell'industria alimentare.

venerdì 11 luglio 2014

Frate Indovino in bilico sulla Ragione

L'obiettività è un miraggio per coloro che vogliono descrivere gli eventi politici. La stessa scienza basata su numeri e dati reali si dimostra fallace quando osservatori esterni valutano i risultati di coloro che idearono la ricerca.
Scusatemi se scrivo criticando un articolo comparso sul numero di luglio del mensile di Frate indovino, ma il piacere di una lettura sana, paterna e rilassante si è infranto nella terza pagina.  L'articolo di G.Zois, "la vittoria della ragione" potrebbe essere riscritto all'incontrario e lo stesso argomento potrebbe essere intitolato "la sconfitta della ragione" da chiunque la pensa in modo diverso. Quando si scrive "l'intelligenza profanata" non si pensa di offendere il libero pensiero delle persone che non sono sul carro del vincitore? e chi sono "i cassandristi"? quelli che invocavano la rivoluzione copernicana o manovratori più o meno in incognito o forse semplicemente coloro che vedono e vivono il degrado dell'Italia?
Strano articolo quello di G. Zois che segue l'inaugurazione delle 32 pagine di Frate Indovino l'indomani della vittoria elettorale di Renzi e il flop di Grillo.
Come si fa ad affermare che "la ragione ha avuto il sopravvento", quando solo il 57% degli italiani è andata a votare? Gli assenteisti da che parte stanno? sono quelli che hanno la ragione o i seguaci dell'oscuro Guru pieni di disperazione, angoscia e urli? Se nell'articolo la obiettività non è stata rispettata non importa,  ma invocare la ragione, cioè la intelligenza sulla deficienza, è un segno di arroganza, superiorità, superbia e alterigia che nulla si concilia con l'insegnamento di Cristo e di san Francesco. La ragione ha insito il concetto della saggezza e nell'articolo non c'è traccia.
Il dialogo e l'amore tra le persone non si alimentano con l'ostentazione dei vizi capitali di cui è impregnato l'articolo. Insomma, illudersi che la massa dei ladri e delinquenti che ha invaso a macchia d'olio l'apparato governativo possa fare un passo indietro con la vittoria della ragione, mi sembra voler affidare il nostro futuro a sogni e speranze illusorie. 
Frastornato da questo esordio di Padre Mario, mi faccio l'augurio di non leggere nei prossimi numeri di Frate indovino l'indottrinamento del popolo mediante la manipolazione mentale. Sarebbe antipatico se lo slogan di Orwell in 1984, 
"la guerra è pace
la libertà è schiavitù
l'ignoranza è la forza",
si insinuasse anche tra le righe dei Frati minori Cappuccini.

mercoledì 12 marzo 2014

Il Virus di Evina

L'amicizia tra la Donna e la Serpe è vecchia di millenni. Dai tempi di Eva, l'umanità si ritrovò a combattere ogni giorno per la sopravvivenza ed Adamo ebbe l'onere di procacciare il cibo alla sua compagna. A parte brevi momenti di tranquillità tra i due non c'è mai stato buon sangue; l'uomo era sempre impegnato in affari e la donna era sempre chiusa in casa. Un sentimento reciproco di rancore ha caratterizzato la loro unione con animosità, violenze, adulteri e via dicendo.
La stirpe di Adamo impose la famiglia patriarcale relegando la sfera decisionale delle donne a pochi circoscritti ambiti casarecci. Dal paleolitico il potere dell'uomo ha sempre avuto il sopravvento sulle donne che sono rimaste impotenti fino ai giorni d'oggi. La rivoluzione femminista dal 1960 ha cambiato le regole di quello che è stato il modello sociale per millenni. In occidente gli Stati uniti d'America e a ruota la Francia furono la culla del movimento.

Il perché di questi paesi si intuisce dagli sguardi di Sarkozy sulle tette di una sposa e quelli di Obama sul culo di una invitata. Le donne francesi ed americane hanno dato il via alla loro vendetta: diffondere la ribellione contro il potere degli uomini.
Il Virus di Evina ha colpito tutto l'occidente e si sta diffondendo ad oriente. Solo il territorio di mezzo ne rimane attualmente immune per la presenza di una forte identità religiosa che è quella mussulmana.
Il tempo corre e il contagio si diffonde veloce. La moda è lo specchio della cultura che cambia giorno dopo giorno: l'occidente esalta la sensualità del corpo, in oriente i pantaloni super corti mostrano le cosce in tutta la loro nudità.
A fronte di tanta bellezza che le giovani donne mettono in mostra, si contrappone la bruttezza che soverchia le vecchie. Vestiti sciatti, corpi trasformati dalla obesità, pelle sfregiata dalle rughe, capelli corti e disordinati sono l'indice del fallimento spirituale dell'essere donna. Le donne si trovano combattute tra la loro natura di madre e il desiderio di supremazia sull'uomo. L'utero è un accessorio non più alla moda.
Sfortunatamente l'uomo non le può aiutare: anche lui è colpito dal contagio del virus di Evina. Ambedue sono vittime del serpente che sta portando a compimento il suo diabolico piano di soggiogare l'umanità per soddisfare la bramosia di cattiveria lontano dalla felicità e dall'armonia tra uomini e donne.

venerdì 28 febbraio 2014

Il Bacino blocca l'evoluzione... di Boncinelli


Darwin era un acuto osservatore e riusciva a vedere similitudini dove gli altri non notavano niente. Darwin identificò il filo conduttore esistente nelle diverse specie animali. Mentre gli altri pensavano solo a cucinarli e ringraziavano Dio di averli creati in tante forme per la loro sensibilità gustativa, Darwin ipotizzò che il tempo determinava nelle creature viventi una continua trasformazione: tutto ciò che esiste oggi altro non è che la risultante di cambiamenti trasmessi di generazione in generazione. Darwin non lo sapeva ma aveva scoperto una verità buddista. L'uomo è frutto dell'ultimo cambiamento genetico delle scimmie. Darwin fu ridicolizzato mentre saltava tra gli alberi con la coda e i piedi prensili mangiando banane e gridando GRU-GRU. Nel '800 mettere in dubbio la creazione divina dell'uomo con una teoria evolutiva significava andare contro il pensiero scientifico canonico.

Oggi avviene l'incontrario: l'evoluzione viene invocata per spiegare tutte le diversità esistenti e quando manca un anello della catena si utilizza la fantasia per colmare il buco scientifico. Questo è quello che fa il neuro scienziato Boncinelli quando cerca di spiegare perché i bambini nascono con un cervello immaturo. Per uniformare l'uomo alle altre specie animali e permettere ai neonati una vita autonoma alla nascita, sarebbe necessaria una gestazione non di 9 bensì di 18 o 24 mesi. La grandezza del cervello e della scatola cranica non combaciano con la conformazione del bacino. Il Boncinelli allora trova la soluzione: l'evoluzione si accorse che "il chiorbone non esce dal passerone". L'homo sapiens si sviluppò in un arco di tempo brevissimo. Il suo cervello fu esposto ad una crescita esplosiva: se erano stati necessari milioni di anni per arrivare all'Homo erectus, in poche migliaia di anni il cervello dell'Homo sapiens raddoppiò di volume. Le strutture ossee non furono sottoposte ad analoga trasformazione, per cui, così spiega l'emerito scienziato, il cervello decise di non crescere e di uscire prima dal buco stretto del bacino femminile.  Questa perla di fantasia deve averla parafrasata dalla storia che circola nelle bettole portuali: "fica stretta goduria perfetta". La spiegazione scientifica di Boncinelli per spiegare il "tumulto evolutivo dell'uomo" è basata sull'adattamento del cervello alle dimensioni del bacino.
Sgomenti si rimane di fronte alla esasperata ricerca di fornire a tutti i costi una spiegazione ad un fatto che rappresenta un vuoto nella teoria evoluzionistica di Darwin. La comparsa improvvisa dell'Homo sapiens è un mistero che necessita di ulteriori ricerche per essere spiegato. Certe interpretazioni, che servono solo a vendere libri, alimentano l'insabbiamento della scienza e il ritorno ai tempi darwiniani in cui tanti saccenti parlavano solo perchè l'evoluzione aveva dato loro una lingua larga. 

martedì 7 gennaio 2014

Pitoni il visionario di Rieti che scoprì la Dama del Mali

Pitoni. Chi era costui? la ricerca su Google ha scaturito pitoni "fritti", "messinesi", "al forno" ma nessun riferimento al geologo di Rieti. Nato nel 1924 e morto nel 2009. scomparso nel dimenticatoio per le sue idee strampalate e le sue immaginazioni allucinatorie. Osteggiato dalla archeologia per intromissione di campo per aver scoperto la " Dama di Mali", le "Skystones" e i "Nomoli". come tutti coloro che crescono con le loro idee  senza l'inquadramento in una scuola di pensiero, Pitoni ha lasciato libera la sua immaginazione osservando una roccia proiettata sull'atlantico e ha fatto la scoperta del secolo: la roccia è stata scolpita 35.000 anni fa quando l'oceano blandiva la scogliera e una civiltà scomparsa era in grado di realizzare una scultura di 150 metri maestosa ed imperitura. Figuriamoci la stizza e la smorfia di disgusto dell'erudito di turno quando conobbe la notizia. La casta del potere non accettava la possibilità di una opera realizzata da una civiltà antecedente a quella attuale. Visionario e inaffidabile fu l'epiteto con cui fu tacciato Angelo Pitoni e la Città di Rieti si nasconde nella reverenza senza nemmeno pensare ad intitolare una strada a questo illustre sconosciuto ricercatore che ha contribuito alla scoperta di reperti di civiltà scomparse.
La Dama del Mali si trova nell'Africa occidentale nella Sierra madre conosciuta per le razzie che gli schiavisti effettuavano per reclutare uomini e donne per schiavizzarli. Nessun sospetto che quella terra, prospiciente alla supposta ubicazione di Atlantide, ospitasse una civiltà che possedeva tecnologie avanzate. I Nomoli sono statuette che raffigurano personaggi con cranio macrocefalico allungato posteriormente e corporatura tale da cavalcare gli elefanti. Gli Skystones sono sassi azzurri composti da ossigeno, carbonio, calcio e sodio che la leggenda racconta furono scagliati da Allah contro angeli ribelli che sprofondarono nel terreno. La loro composizione non esiste in natura e si suppone sia un composto artificiale realizzato in epoche remote.  Le congetture di Pitoni aspettavano di essere convalidate con una missione in cui il Club Alpino di Rieti avrebbe scalato la montagna alla ricerca di prove sulla artificialità del manufatto. Esperti scalatori potrebbero trovare e documentare reperti eccezionali in modo analogo a quello che stanno facendo i Giapponesi sulle coste dell'isola di Yonaguni, dove esiste una città megalitica sommersa. Non è facile organizzare ricerche che non abbiano un riscontro economico, ma usare la tecnica del dimenticatoio e della mistificazione è proprio delle persone e delle comunità stupide. Sfortunatamente l'Italia sta sprofondando nel buco nero della stupidità più meschina senza che ci siano spiragli che indichino la sua fine. Dio ci salvi da questo scempio!


 http://ufo-phenomenon2011.blogspot.com/2013/04/le-scoperte-straordinarie-del-professor.html